Indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, la manifestazione del 1 luglio a Roma contro il disegno di legge sulle intercettazioni ha visto uniti in difesa della libertà dell'informazione associazioni ambientaliste, Cgil, Arci, Articolo 21, Libertà e giustizia, Agende Rosse e Libertà è partecipazione, rappresentati di partiti del centro-sinistra, il "popolo viola" di Facebook, esponenti della cultura e rappresentanti di associazioni che vedono in questo decreto un freno alle loro speranze di giustizia.
Emblematiche le parole del rappresentante dell'associazione vittime dell'amianto del Piemonte: "10 vittime fanno notizia, 2500 come sono quelle dell'amianto nella nostra regione, no" e poi "senza un uso libero delle intercettazioni molti magistrati avranno difficoltà maggiori a portare a termine indagini su gravi questioni ambientali e di sanità pubblica". Intervengono con le stesse preoccupazioni anche le vittime di Ustica, del G8 di Genova, del terremoto dell'Aquila.
Il decreto, infatti, prevede una limitazione sulla durata delle intercettazioni e il divieto di pubblicazione delle trascrizioni prima della conclusione delle indagini, un intervento che di fatto limiterebbe pesantemente la libertà di informazione con la minaccia per i giornalisti del carcere fino a 30 giorni o di una sanzione fino a 10.000 euro.
Durissimo Roberto Saviano che conosce bene le ricadute sulle attività malavitose dell'eventuale approvazione del decreto legge: "Il ddl ci viene proposto come una difesa della privacy, che è certamente sacra. Ma questa legge non vuole difendere la privacy o, come si è detto, le telefonate tra i fidanzatini. Il suo unico scopo è di impedire di conoscere ciò che accade e di difendere, piu' che altro, la privacy del malaffare o, se vogliamo, degli affari della politica".
Diversi altri scrittori hanno firmato una lettera contro il disegno di legge "bavaglio", tra cui Giancarlo De Cataldo, Niccolò Ammaniti, Tiziano Scarpa, Nicola Lagioia, Giacomo Papi, Carlo Lucarelli.
Alla manifestazione sono intervenuti per dare il loro sostegno, anche se solo al telefono, Dario Fo ed Ennio Moricone.
Interessante la reazione della piazza all'arrivo di Patrizia D'Addario: fischi e grida di disappunto. Evidentemente prevalgono i valori alti della protesta rispetto al semplice anti-berlusconismo che in qualche modo avrebbe potuto legare la signora ai manifestanti. Simbolo di un certo "stile nel condurre gli affari", la D'Addario non ha trovato posto in una piazza unita per la difesa di principi fondamentali della Costituzione, che vanno oltre la difesa di uno schieramento.
Approfondimenti:
Oggi in piazza contro la legge. Manifestazioni da Roma a Londra, La Repubblica
Post-it, slogan e bandiere contro il bavaglio. Piazza Navona gremita per dire "no" al ddl, La Repubblica
Diversi altri scrittori hanno firmato una lettera contro il disegno di legge "bavaglio", tra cui Giancarlo De Cataldo, Niccolò Ammaniti, Tiziano Scarpa, Nicola Lagioia, Giacomo Papi, Carlo Lucarelli.
Alla manifestazione sono intervenuti per dare il loro sostegno, anche se solo al telefono, Dario Fo ed Ennio Moricone.
Interessante la reazione della piazza all'arrivo di Patrizia D'Addario: fischi e grida di disappunto. Evidentemente prevalgono i valori alti della protesta rispetto al semplice anti-berlusconismo che in qualche modo avrebbe potuto legare la signora ai manifestanti. Simbolo di un certo "stile nel condurre gli affari", la D'Addario non ha trovato posto in una piazza unita per la difesa di principi fondamentali della Costituzione, che vanno oltre la difesa di uno schieramento.
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