martedì 22 novembre 2011

Campi elettromagnetici e salute: scienziati troppo “vicini” all’industria?

Francesca Romana Orlando

Il 16 e 17 novembre si è tenuta a Bruxelles la “Conferenza Scientifica Internazionale del 2011 su Campi Elettromagnetici e Salute” organizzata dal Comitato Scientifico Sui Rischi Emergenti e Recentemente Identificati (SCENIHR), un ente consultivo della Commissione Europea.

L’obiettivo della conferenza era quello di fare il punto della situazione sulle conoscenze scientifiche sui possibili rischi per la salute derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici. Si tratta di un lavoro di aggiornamento previsto dalla Raccomandazione 1999/519/EC del Consiglio dell’Unione Europa e che servirà alla Commissione per stabilire le strategie future su questo tipo di minaccia ambientale.(1)

La pericolosità dei campi elettromagnetici rappresenta una priorità per i cittadini europei. Lo ha dimostrato il sondaggio di Eurobarometer del 2010: due terzi dei cittadini intervistati, infatti, ha dichiarato di ritenere che la propria salute risente dei campi elettromagnetici delle linee dell’alta tensione, dei cellulari e dei ripetitori della telefonia mobile. (2) Gli scienziati, però, non sono tutti concordi sui rischi dell’elettrosmog.

L’International Electro-Magnetic Fields Alliance (IEMFA) ha scritto una lettera al Commissario Europeo per la Salute e le Politiche per i Consumatori, John Dalli per chiedere pluralismo e trasparenza nella valutazione dei rischi legati ai campi elettromagnetici. (3) La lettera è stata sottoscritta da oltre trecento associazioni ambientaliste e da decine di scienziati - tra cui in Italia dal dott. Livio Giuliani, portavoce dell’International Commission for Electromagnetic Safety e del dott. Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato Scientifico di ISDE-Medici per l’Ambiente. Si è tenuta anche una protesta di associazioni davanti allo Charlemagne building, sede della conferenza per chiedere l’applicazione del principio di precauzione e per contestare la scelta dei relatori.

Tra i membri del comitato scientifico che ha selezionato i relatori c’è, per esempio, Mats-Olof Mattsson, dell’Istituto Austriaco per la Tecnologia di Seibersdorf. Nella sua dichiarazione di conflitto di interessi sul sito dello SCENIHR si legge che “l’alta qualità dell’esperienza scientifica si basa naturalmente sull’esperienza precedente e perciò avere un interesse non necessariamente significa avere un conflitto di interessi”. Nel 2009 Mats-Olof Mattsson risultava membro del comitato scientifico di TeliaSonera, azienda svedese di telecomunicazioni, nonché consulente su questioni di tossicologia ambientale per la compagnia svedese Pelagia AB, Umea, attiva nel settore del biotech e dei servizi e delle apparecchiature medicali. (4)

Altri relatori hanno ricevuto fondi per la ricerca dalla Fondazione Svizzera per la Ricerca sulle Comunicazioni Mobili (FSM), un ente no profit che fa studi sui rischi associati alle telecomunicazioni. E’ interessante osservare che tra i fondatori e finanziatori della FSM ci sono tre importanti compagnie di telecomunicazioni: Orange, Sunrise e Swisscom. Il sito della fondazione assicura che “le decisioni sulla gestione dei fondi sono prese dal Comitato Scientifico indipendentemente dagli sponsor della fondazione e sulla sola base della qualità scientifica delle proposte”.(5)

Martin Röösli dell’Università di Basilea e Joachim Schüz dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (nel comitato scientifico della conferenza), hanno ricevuto fondi dalla FMS per CEFALO, un famoso studio sulla possibile correlazione tra uso del cellulare e tumore alla testa nei bambini e negli adolescenti. Sebbene lo studio non abbia scoperto alcun nesso, alcuni critici hanno osservato che la selezione del campione dei soggetti non esposti non teneva conto dell’uso dei cordless. Anche i telefoni senza fili possono avere, infatti, effetti analoghi a quelli dei cellulari. CEFALO, inoltre, definiva “utenti regolari di cellulari” i ragazzi che lo avevano usato almeno una volta a settimana negli ultimi sei mesi. Se si considera il tempo reale in cui gli adolescenti stanno al cellulare, è facile comprendere come i risultati rassicuranti di questo studio possano essere riletti alla luce di una classificazione più realistica di “utente regolare”. In realtà, secondo alcuni scienziati i dati di CEFALO indicano un aumento del rischio di cancro correlato all’inizio precoce dell’uso del cellulare e al suo intenso uso. (6)

Nel comitato scientifico della Conferenza, presieduto dall’italiano Paolo Ravazzani del CNR di Milano, c’è Emilie Van Deventer, responsabile del progetto campi elettromagnetici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La Van Deventer ha ricevuto finanziamenti dal Mobile Telecommunications and Health Research (MTHR) (7), di cui è membro del comitato direttivo. Sul sito di una pubblicazione si legge che alla MTHR “vengono forniti fondi unitamente dal governo del Regno Unito e dall’industria dei cellulari attraverso un sistema di mascheramento per assicurare l’indipendenza della ricerca”.(8) Come ha svelato una famosa inchiesta della BBC un analogo sistema di “mascheramento” ha guidato e guida da anni i lavori dell’OMS sui campi elettromagnetici che sono largamente finanziati dall’industria.(9a, 9b, 9c)

A Bruxelles sono stati chiamati come relatori alla conferenza anche Peter Achermann dell’Università di Zurigo, che è Vice Presidente della Fondazione per la Ricerca sulle Tecnologie Informatiche nella Società con sede a Zurigo.(10) Si tratta di un altro ente no profit che ha come obiettivo la ricerca sulla sicurezza e sui rischi connessi all’energia elettrica e alle telecomunicazioni. Tra i finanziatori indicati sul sito: Alcatel-Lucent, Cisco Systems, Ericsson, GSM Association, Intel Corp., Mitsubishi Electric, Motorola, Nokia, Panasonic, Philips, Samsung, Sunrise, Vodafone. Tanto per citarne alcune.

Fa parte del comitato direttivo della stessa fondazione un altro relatore: Niels Kuster,(11) che ha ricevuto fondi per la ricerca (12), così come li ha ricevuti dalla FMS (13). Curiosamente l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro era consapevole dei legami di Kuster con l’industria perché gli aveva concesso di partecipare a Lione, all’incontro di Maggio sulla valutazione del rischio cancerogeno della radiofrequenza, solo come osservatore senza diritto di voto.

Un altro dei relatori, Anssi Auvinen, ha ricevuto fondi per lo studio finlandese COSMOS dall’Agenzia Nazionale per la Tecnologia. Questa riceve contributi da diversi operatori, come TeliaSonera ed Elisa e da Nokia. Lo stesso Auvinen fu il primo ricercatore della parte finlandese di Interphone, il famoso studio sui cellulari e i tumori alla testa, sostenuto da un programma europeo che riceveva fondi da due organizzazioni industriali, il Mobile Manufacturers Forum e l’Associazione GSM, sempre con sistemi di sbarramento e protezione per evitare influenze degli sponsor sull’esito della ricerca.(14)

Curiosamente anche una grossa fetta della ricerca Interphone è stata criticata per non aver distinto in fase di progettazione gli utenti di telefoni cordless dal gruppo dei soggetti non esposti e per non aver considerato il lato della testa esposta al cellulare. Da alcuni studi sembra, infatti, che ci sia proprio un aumento di tumori ipsilaterali, cioè dalla parte della testa dove si è tenuto il cellulare.

Leeka Kheifets dell’Università della California a Los Angeles interverrà a Bruxelles per parlare di radiofrequenze. Ricercatrice che ha ricevuto finanziamenti dal FSM, ex dipendente dell’EPRI, l’organizzazione dell’industria elettrica, è nota per la sua negazione dei rischi connessi ai campi elettromagnetici. Nel gennaio 2010 ha pubblicato una revisione di studi secondo la quale le ricerche “non indicano che i campi elettrici dovrebbero interessare” e gli studi di medicina occupazionale che riportano un aumento di cancro nei lavoratori esposti a questi campi, sarebbero “sporadici”, “incoerenti e pieni di problemi metodologici”. Addirittura conclude che “sembra che non ci siano le basi sufficienti per continuare la ricerca sui campi elettrici”. (15)

Un altro relatore chiamato a Bruxelles, James Rubin della Scuola di Medicina del King's College di Londra, è stato invitato a parlare di “sintomi auto-riportati”. Rubin ha condotto, infatti, una revisione di studi sulla Elettrosensibilità, concludendo che “non c’è prova scientifica di una correlazione tra campi elettromagnetici e disturbi alla salute”. Questo studio è stato condotto dall’Università dell’Essex con un finanziamento di 750 mila sterline da parte del Governo inglese e dell’industria delle telecomunicazioni. (16)

Molti dei relatori suddetti sono membri dell’ICNIRP, un’organizzazione no profit che ha avuto un ruolo determinante nella elaborazione degli attuali limiti internazionali per i campi elettromagnetici, riconoscendone solo i rischi dovuti all’effetto di riscaldamento (effetti termici). La ricerca, però, evidenzia ormai da oltre un decennio che i campi elettromagnetici, a livelli notevolmente più bassi degli standard di legge attuali, sono in grado di produrre effetti biologici non dovuti al riscaldamento (effetti non-termici), ma ad un’interferenza con la vitalità cellulare e l’attività biomolecolare. Gruppi indipendenti di scienziati, come Bioinitiative o l’International Commission for Electromagnetic Safety (ICEMS) lo denunciano da anni, ma nessuno di loro è stato invitato alla conferenza del 16 novembre. Sembra proprio che a Bruxelles manchino ricercatori con punti di vista meno rassicuranti, come per esempio i ricercatori che considerano l’Elettrosensibilità una vera e propria patologia neurologica o quelli che credono in una correlazione significativa tra l’uso massiccio del cellulare e alcuni tipi di tumori alla testa.

Una revisione di studi di Henri Lai di qualche anno fa ha scoperto che tra gli studi finanziati dall’industria, il 28% trova degli effetti biologici dei campi elettromagnetici mentre il 71% non ne trovano. Nel caso di studi con finanziamenti indipendenti o pubblici, quelli che trovano effetti sono il 67% e quelli che non li trovano sono solo il 33%. Forse i tanti sistemi di mascheramento della fonte del finanziamento non sono così efficaci?

Il Parlamento Europeo si è detto favorevole ad abbassare i limiti di esposizione e a tutelare i soggetti con Elettrosensibilità in diverse risoluzioni. La più importante è quella del 4 settembre 2008 sulla “revisione di medio termine del Piano Europeo di Azione per l’Ambiente e la Salute 2004-2010” che invitava i paesi membri dell’Unione Europea ad intraprendere strategie di protezione del rischio ambientale proprio in considerazione dell’aumento del numero di casi di Elettrosensibilità. Sembra che all’interno delle istituzioni europee intervengano forze diverse.

Lo stesso Consiglio d’Europa, che non è un’istituzione dell’Unione Europea, ma unisce 47 paesi del continente, ha approvato il 23 maggio scorso una risoluzione volta ad abbassare i limiti di legge per le esposizioni elettromagnetiche e a porre maggiore cautela verso i bambini, i nascituri e gli elettrosensibili.

NOTE

(1) http://ec.europa.eu/health/electromagnetic_fields/events/ev_20111116_en.htm
(2) http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_347_en.pdf

(3) http://international-emf-alliance.org/images/pdf/Open%20letter%20to%20Commissioner%20DALLI.pdf

(4) http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/docs/doi_scenihrwg_mattsson_en.pdf

(5) http://www.mobile-research.ethz.ch/english/index_e.htm

(6) http://www.emfacts.com/2011/10/scientists-manipulated-research-on-brain-tumour-risk-for-children-part-1/

(7) http://www.mthr.org.uk/members

(8) http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/bem.20716/abstract; http://www1.itis.ethz.ch/mv/downloads/DAY3/3E-Challis-s.pdf

(9) Inchiesta della BBC sul progetto dei campi elettromagnetici dell’OMS: Parte 1) http://www.youtube.com/watch?v=IuNaDj6VLHw&feature=BFa&list=PL5F48C15846941783&lf=mh_lolz; Parte 2) http://www.youtube.com/watch?v=aGplfEnWptk&feature=BFa&list=PL5F48C15846941783&lf=mh_lolz; Parte 3) http://www.youtube.com/watch?v=-VqnPtq4GbU&feature=BFa&list=PL5F48C15846941783&lf=mh_lolz

(10) http://www.itis.ethz.ch/who-we-are/foundation-board/executive-board/

(11) http://www.itis.ethz.ch/who-we-are/foundation-board/executive-board/

(12) http://www.itis.ethz.ch/who-we-are/funding/

(13) http://www.mobile-research.ethz.ch/english/personen_e.htm

(14) http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/bem.20716/abstract

(15) Leeka Kheifets, David Renew, Glenn Sias, John Swanson, Extremely low frequency electric fields and cancer: Assessing the evidence, Bioelectromagnetics, pubblicato online il 31 Luglio 2009:

(16) http://www.telegraph.co.uk/science/science-news/3343758/Experts-put-a-health-warning-on-electrical-allergy-advice.html

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